Nella corsa verso il sarà
se ci dimentichiamo dell’essere,
le vette del domani
mai produrranno eco!
(Massimo Lietti)
Nella corsa verso il sarà
se ci dimentichiamo dell’essere,
le vette del domani
mai produrranno eco!
(Massimo Lietti)
Porta attenzione prima di tutto a te stesso e poi al mondo esterno, questa è l’unica regola per vivere in sintonia con la nuova energia.
Where does the answer lie?
Living from day to day
If it’s something we can’t buy
There must be another way
There’s no place for us
What is this thing that builds our dreams, yet slips away from us
Who wants to live forever
There’s no chance for us
It’s all decided for us
This worl has only one sweet moment set aside for us
Who wants to live forever
when love must die
But touch my tears with your lips
Touch my world with your fingertips
And we can have forever
And we can love forever
Forever is our today
Who wants to live forever anyway?
Ho gli occhi chiusi, ma sono ben sveglia, ritta sulle mie piccole zampe.
Percepisco l’aria fresca sul mio viso.
Ascolto il silenzio del bosco.
Caldo il mio cuore, rosso il mio petto.
Il mito mi associa al Signore nascente e morente.
La leggenda fa di me vestale delle foreste.
Io mi sento Fata e canto il mio amore a tutte le creature del mondo manifesto e non manifesto.
Volo libera tra i rami, sopra le chiome degli alberi e posso radicarmi a terra.
Il creato è la mia casa, quale tempio più bello in cui far svernare la mia anima?
Ora et labora, ed ora che ho girato questa clessidra dove “diavolo” mi trovo?
A Dio piacendo questa sembra una celletta. Un angolo, un altro angolo, altri angoli ancora, siamo sotto una torre?
E’ notte, ma è come se fosse giorno, sarà per il candore delle pareti, o forse per quelle lingue di fuoco freddo che attraversano il soffitto.
Mi piace questo tepore, ma sono allo stesso tempo spaventato perché proviene da una rastrelliera appesa ad un muro.
Strani oggetti intorno a me, dei cavalletti colorati, dei pomi di legno conficcati a muro, una giara rossa che sputa una serpe nera… in nomine patris et filii et spiritus sancti…
Mi aggrappo a ciò che mi è familiare, vetro, ferro, uno scarno tavolo…
Mio Dio, uno strano arazzo e… e… una finestra nera con un occhio rosso; è questa l’anticamera del Purgatorio?
Voci e rumori si aggrovigliano fuori di qui, percepisco la presenza di qualcuno, ora anche qui!
Non distinguo, ma sento.
Mio Dio dammi un segno…
Ecco, una miniatura, un uomo che corre, una porta…
La sabbia ora è tutta scesa nella parte inferiore della clessidra, il sole è tramontato, è giunto il momento di coricarmi sulla mia spartana asse di legno!